Guida al Catalogo

Il Catalogo Ragionato dedicato a Corrado Cagli è una pubblicazione digitale dell’Archivio Corrado Cagli che offre un resoconto completo dell’attività artistica di Corrado Cagli (1910–1976).

Questa breve guida delinea l’ambito del progetto di catalogo ragionato, ne illustra la metodologia di ricerca e le risorse utilizzate, e ne descrive i principi organizzativi che ispirano le singole voci del catalogo. Il contenuto presentato è il risultato di decenni di ricerca sulle opere realizzate da Corrado Cagli e, man mano che lo studio prosegue, nuovi aggiornamenti della pubblicazione verranno resi disponibili con cadenza regolare.

Il criterio di catalogazione adottato è stato, com’è ovvio, quello dell’inclusione rigorosa di tutte le opere di cui sia stata reperita un’immagine – dunque oggi documentabili almeno iconicamente e con inconfutabile certezza d’autografia – relative a dipinti, arazzi, sculture, disegni e opere d’arte applicata.

Le opere qui catalogate sono ordinate secondo un criterio cronologico di base, suddivise però in “cicli” tipologici. All’interno di ciascun ciclo, sono disposte seguendo la successione delle rispettive date, certe (cioè indicate da Cagli sull’opera stessa o comunque verosimili) oppure presunte (cioè stabilite con approssimazione nel corso della catalogazione ragionata). 

Ogni opera catalogata è identificata da una sigla univoca e inalienabile (es. 58 C 20), composta dall’abbreviazione dell’anno di realizzazione (58), dalla lettera indicativa del ciclo tipologico di appartenenza (C, per “Carte”), e da un numero progressivo riferito alla posizione dell’opera all’interno di quel ciclo e per quell’anno (20). Dunque, 58 C 20 indica la ventesima opera del ciclo Carte, riconosciuta come realizzata, con certezza o presunzione, nel 1958; corrisponde inoltre al numero d’archivio.

I cicli tipologici attraverso i quali si è ordinata l’opera di Cagli (per dipinti, arazzi, sculture, disegni e arte applicata) sono i seguenti, con le relative abbreviazioni:

  • Scuola Romana (SCR) ………………………………… 1931–1938
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  • Astratti (A) …………………………………………………. 1940–1964
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  • Figurativi (F) ……………………………………………… 1943–1974
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  • Monotipi (MO) ………………………………………….. 1948
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  • Impronte dirette (IMD) …………………………… 1949–1950
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  • Impronte indirette (IMI) ………………………….. 1950–1952
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  • Tavolette (T) …………………………………………….. 1954–1955
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  • Tecniche miste (TM) ……………………………….. 1949–1961
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  • Metamorfosi (M) ………………………………………. 1953–1969
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  • Carte (C) …………………………………………………… 1958–1964
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  • Arazzi (ARZ) …………………………………………….. 1960–1976
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  • Mosaici (MOS) ………………………………………….. 1935–1961
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  • Sculture (S) ………………………………………………. 1953–1962
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  • Disegni ………………………………………………. 1929–1976
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  • Interventi (opere murali e collaborazioni architettoniche) (I) ………. 1930–1973

Le schede tecniche riportano, nella maggior parte dei casi, le indicazioni presenti sull’opera originale, ovvero quelle conservate nei documenti dell’Archivio Corrado Cagli, e, laddove necessario, informazioni storico-critiche. Per ogni opera sono indicati:

  • numero d’archivio
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  • titolo (quando è stato possibile effettuare una verifica, il titolo corrisponde a quello attribuito nella più antica esposizione o pubblicazione dell’opera, oppure a quello apposto sul verso del dipinto dall’artista stesso. Per alcune opere, delle quali non è stato possibile rintracciare il titolo, si è deciso di identificarle con la dicitura “senza titolo”)
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  • data di esecuzione (quella ritenuta più attendibile allo stato attuale degli studi. Quando indicata con certezza, corrisponde a quella apposta dall’artista al momento dell’esecuzione o successivamente)
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  • tecnica, supporto e misure in centimetri (nella maggior parte dei casi sono desunti dall’originale; è quindi possibile che non coincidano con quelli riportati altrove o in studi precedenti. L’altezza è indicata per prima)
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  • eventuale presenza, posizione e trascrizione di firma e data (anche se apposte sul retro)
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  • ulteriori scritte autografe
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  • proprietà attuale (indicata solo per istituzioni pubbliche o per collezionisti che lo abbiano espressamente consentito; negli altri casi si è adottata la formula “collezione privata”; se l’opera è nota solo da una riproduzione fotografica o da una pubblicazione e l’originale non è stata rintracciata, si indica “ubicazione ignota”)
  •  
  • provenienza (riportata solo per le collezioni in cui l’opera è transitata con certezza, in base alla documentazione disponibile)
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  • esposizioni (indicate in forma estesa)
  •  
  • bibliografia (le voci elencate, relative ad articoli e recensioni su quotidiani, periodici, monografie o trattazioni generali, sono riportate in forma estesa)
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  • eventuali note.